L’indipendentismo non è affare delle regioni

Per decenni alcuni politici italiani hanno raccontato agli elettori che per raggiungere l’indipendenza di un certo territorio occorreva entrare nelle istituzioni italiane.  Eppure, anche intuitivamente, è ovvio che ogni Stato ha nella propria Costituzione e nei propri sistemi di controllo istituzionali  dei meccanismo che garantiscono che nessun territorio possa staccarsi dalla centralità del governo, e per legittimarsi essi parlano di “madre patria” o nazione, concetto sviluppano nel ‘700 proprio per poter creare gli attuali Stati virtuali del mondo, per lo più nati su spinta di banchieri occulti. A riprova, l’articolo 5 della Costituzione dichiara che la Repubblica “una ed indivisibile”.  Fin dal 1997, avendo studiato questi meccanismi, il nostro presidente Loris Palmerini ha spiegato ai Veneti come riprendere possesso del proprio Autogoverno internazionale, fondando insieme ad altri nel 1999, l’Autogoverno del Popolo Veneto, divenuto poi lo Stato Veneto e infine, per incorporazione e successione, tornando ad essere  il Lombardo-Veneto annesso nel 1859-1866. Era ovvio che uno Stato come l’Italia, illegale fin dall’inizio, non avrebbe rispettato i diritti internazionali di un popolo come il veneto, ma nemmeno i diritti più elementari come quelli alla lingua.  Ed era ovvio che  pure  il percorso di rivendicazione dell’intero Lombardo-Veneto, avvenuta nel 2006,  non sarebbe stato rispettato dall’Italia, perché essa da sempre non rispetta il diritto in tutti i sensi, anche quello fra gli Stati. 

Dunque il concetto che il percorso di indipendenza andasse realizzato fuori dalle Istituzioni Italiane era ovvio, ed invece attraverso la TV si è assistita a tanta propaganda che ha tenuto gli elettori a credere in partiti che sono finiti con il fare e dire il contrario, a diventare nazionalisti e unitaristi.  Anche il goffo tentativo di realizzare un referendum consultivo per l’indipendenza del Veneto era palesemente infondato, tanto che Palmerini ci scrisse nel 2012 il libro “il referendum che non si può fare”,
che per altro fu impedito più che altro dal nuovo Statuto Regionale del Veneto proprio di quell’anno (lo Statuto Precedente lo permetteva!)  
Nel 2015 vi fu la bocciatura del percorso referendario intrapreso da un partito Veneto e che la Regione Veneto impedì con il nuovo Statuto.  La sentenza mise un punto fermo alle pretese dei politici di rappresentare le nazioni del Lombardo-Veneto. Infatti la sentenza di bocciatura ribadisce che l’ente amministrativo regionale non può legalmente rappresentare un popolo. Questo era già chiaro nella sentenza 365 del 2007 della Corte Costituzionale, e non serviva perdere tutti gli anni che sono andati persi nel seguire i vari partitini regionali italiani. E’ ovvio che chi partecipa alle istituzioni italiane, una volta eletto, debba  riconoscere la legalità dell’annessione del Lombardo-Veneto, e quindi  non solo non potrà mai ottenere alcun risultato (perché il sistema costituzionale italiano lo impedisce), ma per di più chi vi partecipa va contro gli interessi di Veneti, Insubri e Mantovani dando presunta legalità allo Stato Italiano. E ricordiamolo: per conseguenza delle azioni di ricorsi internazionali dell’Autogoverno del Popolo Veneto lo stesso Stato Italiano  ha già cancellato la legge di annessione nel 2010, con la legge 212, e dal primo gennaio 2013 l’Italia NON ha legalità alcuna sul Lombardo-Veneto, così come l’Unione Europea.  Siamo stati noi delle Istituzioni di Autogoverno a imporre la cancellazione della legge italiana di annessione del Lombardo-Veneto , e lo abbiamo fatto attraverso gli studi di Loris Palmerini che lo hanno dimostrato per la prima volta sulla base di documenti ufficiali, e non i presunti e sporadici brogli giuridicamente non invalidanti di cui hanno parlato altri autori.

I cittadini si sono rivolti alle Istituzioni del Lombardo-Veneto per  azionare legalmente i loro diritti, e stanno ora cominciando a distinguere fra noi e i vari cloni, fasulli movimenti, che da noi copiano e falsano il lavoro per spillare quattrini.

Al nostro impianto si stanno inspirando i vari popoli degli stati preunitari, sempre più consapevoli che la cosiddetta unità  d’Italia altro non è stata che una vergognosa invasione militare finanziata da massoni a danno dei floridi Stati preunitari,  per ridurli alla mercé del sistema usuraio internazionale come ora sono. Purtroppo un’ amara evidenza che sempre più sarà evidente nei prossimi anni. Non c’è alternativa seria e fondata alla nostra azione.